Sogno sempre. Non esiste mattina nella quale, svegliandomi non abbia ricordo di quello che ho sognato. Se non accade subito , dopo qualche ora, appaiono flash dell’attività onirica. Da anni ormai sogno di ritrovarmi in vari posti nel mondo, anche in quelli dove non sono mai stata. Mi ritrovo a camminare per le vie di New York o in un autobus in Venezuela, in Giappone e perfino in Antartide. Il mio subconscio mette in pratica ciò che vorrei fare di giorno. Mai come adesso mi crogiolo nel ricordo di viaggi in giro per il mondo fantastico che creo di notte, almeno lì non ci sono virus, distanziamenti e mascherine. Sarà per quello che ultimamente faccio solo ricette che arrivano da lontano. Almeno i profumi della cucina etnica mi fanno rilassare.
Se c’è un Paese che in questi ultimi 2 anni mi è mancato terribilmente è la Grecia. Il mare cristallino con i suoi pesci è forse al primo posto ma la sensazione più struggente è per quel modo di vivere easy, rilassato e quasi distaccato dalla frenesia del mondo. Il team dello Starbooks offre sempre tanti spunti sulla cucina del mondo e ho voluto iniziare questo mese da Taverna di Georgina Hayden.
I koulouri o sesame bread rings sono nati a Salonicco poi sono arrivati nella capitale dove, ancora oggi campeggiano nelle strade sia in versione classica che in varianti farcite dolci o salate. Si contendono la primogenitura con il simit turco per la quale lunghe diatribe ancora non hanno sciolto il nodo.
Il koulouri o sesame bread rings ha un sapore abbastanza neutro e può facilmente essere accostato sia al dolce come il cioccolato, la marmellata e il miele o al salato.
Koulouri
Ingredienti
- 1 bustina di lievito di birra secco
- 60 g di zucchero semolato
- 500 g di farina forte
- 1 cucchiaino di sale
- 150 g di semi di sesamo
- Olio extravergine di oliva
Istruzioni
- In un contenitore mettete 300 ml di acqua a temperatura ambiente, il lievito e metà dello zucchero. Mettete da parte per qualche minuto. Mettete la farina in una ciotola e unite l’acqua con il lievito, mescolando man mano con una forchetta. Quando sarà tutto ben mescolato aggiungete il sale, rovesciate l’impasto su un piano e lavoratelo per una decina di minuti. Se utilizzate la planetaria, lavorate l’impasto con il gancio finché non è bene incordato.
- Ponete l’impasto in una ciotola leggermente unta, coprite e fate lievitare in un luogo tiepido fino al raddoppio.
- Nel frattempo sciogliete lo zucchero rimanente in 500 ml di acqua bollente in un contenitore largo. Mettete da parte e fate raffreddare. Mettete i semi di sesamo in un’altra ciotola.
- Foderate due teglie con carta da forno. Riprendete l’impasto e dividetelo in 8 parti. Con ciascun pezzo formate un cilindro sottile e unite le estremità. Passate delicatamente i pani prima nell’acqua e zucchero, poi nei semi di sesamo, che dovranno ricoprirli completamente.
- Mettete i pani sulle teglie e fate lievitare per 20-30 minuti. Nel frattempo, preriscaldate il forno a 200° C.
- Infornate le teglie per 15-20 minuti o finché i pani non saranno leggermente dorati. Sfornate e fate raffreddare su una gratella.
NOTE MIE
La ricetta è semplice e non ha particolari criticità, basta avere un minimo di dimestichezza con gli impasti lievitati. La spiegazione però poteva essere un pochino più dettagliata per chi non ha nessuna esperienza in merito.
Ho messo metà del lievito previsto e, per questo, ho aspettato più tempo per il raddoppio.
Una volta che l’acqua e il lievito sono stati assorbiti dalla farina ho inserito il sale, per non metterlo a contatto con il lievito.
Il sapore all’interno è neutro, poco salato ma i semi di sesamo conferiscono un aroma pazzesco.
Se durante la cottura il sesamo dovesse scurirsi troppo copritelo perchè se carbonizza oltre a dare un sapore cattivo diventa tossico.
CONCLUSIONI
La ricetta è PROMOSSA
3 commenti
Io amo i pani al sesamo in tutte le possibili declinazioni, e questi anelli sicuramente non faranno eccezione. Le foto bucano lo schermo e fanno aumentare la salivazione!
Un abbraccio.
Sono bellissimi e realizzati ad opera d’arte. Grazie Annarita 🙂
mamma mia che bontà