Il pane è un alimento incredibile. Da qualche tempoè in atto una rivoluzione che passa attraverso la consapevolezza che è lamateria prima che fa la qualità di un prodotto e il pane non è immune daquesta. Sempre di più troviamo pani antichi riscoperti, pani
realizzati confarine alternative, con i semi, con spezie e frutta secca sempre più allaricerca di novità e di un ottimo prodotto da mangiare. Pani tipici e buonissimine abbiamo in ogni regione italiana ma, basta guardare un po’ oltre e possiamotrovare pani meravigliosi, alimenti fondamentali in nazioni povere. Miofratello, che ha viaggiato moltissimo in Africa, mi diceva sempre che tanto piùil Paese è povero tanto più il pane è buono e viene cucinato con la massima curae attenzione.
Un piatto importante che aumenta il proprio valore, maggiore è la scarsitàdi cibo per accompagnarlo. Per la Giornata Mondiale del Pane sul Calendario del Cibo Italiano, ho scelto dei paniche di sicuro avrà mangiato mio fratello in giro per il mondo, in due Paesi cheha visitato e amato. Il primo è il Kesra, tipico dell’Algeria e del Marocco, un pane senza lievito. La cottura avviene inun apposito tajine con una decorazione particolare che imprime, durante lacottura, una serie di strisce concentriche. Si può fare in casa utilizzando lagriglia.
Il secondo pane è il laluh paneyemenita molto particolare. Anche in questo caso non si fa uso del forno ma diuna padella. La curiosità è quella di avere un lato liscio e l’altrocompletamente bucherellato. Una sorta di pancakes spugnoso tipico anche nella cucina ebraica.
Far sciogliere il lievito di birracon 150 ml di acqua. Mettere in una ciotola il semolino, il sale e mescolarecon 150 ml di acqua fredda. Nella ciotola con il semolino aggiungere la farinaed il lievito per torte salate, versare l’acqua con il lievito di birra ecominciare ad impastare con una frusta cercando di non formare grumi.
Unire i restanti 300 ml di acquapoco per volta fino ad ottenere un impasto abbastanza liquido
Lasciare a lievitare per un’ora emezza. Ungere con un tovagliolo intriso d’olio una padella antiaderente e versareun mestolo di impasto quindi mettere sul fuoco. Cuocere per circa 4 minuti, finoa quando sulla superficie del pane si saranno formate delle bolle e risulteràasciutto. Cuocere solo da un lato.
Proseguire la cottura fino alla finedell’impasto. Molto importante è freddare sotto l’acqua fredda il fondo dellapadella OGNI VOLTA. E’ fondamentale partire sempre dalla padella fredda. Ilpane si conserva a temperatura ambiente coperto da pellicola trasparente.
Anche il Calendario del Cibo Italiano si unisce con entusiasmo alla grande raccolta panosa che Zorra organizza ogni anno in occasione del World Bread Day per celebrare il più semplice ma nel contempo più popolare cibo che abbraccia ed unisce tutto il mondo nel suo inconfondibile e fragrante profumo.
7 commenti
la cosa bella che trovo in questo "giro del mondo in 16 pani" è che se gli ingredienti di base, alla fine, sono tutti analoghi, il risultato è sorprendentemente diverso! Tu hai fatto due vere specialità e per me che adoro il pane in tutte le sue forme è un grande regalo. Un bacio
Aveva ragione tuo fratello a proposito della relazione fra la povertà di una zona è la bontà del pane…ci sarebbero esempi e esempi da fare! Quanto sono belle le tue foto…
Non conoscevo questi pani…bellissimi voglio provare a prepararli anche io! A presto LA
Il primo non lo conoscevo, del secondo non sapevo il nome, ma appetitosi ricordi di cene in un ristorante eritreo che avevo vicino casa qualche anno fa, mi riportano a quella base morbida e un po' spugnosa che accoglieva e si impregnava dei sughi di couscous e spezzatini speziati…rigorosamente da mangiare con le mani. Buonissimo!
Molto interessanti questi pani, da provare appena possibile.
Splendide le foto, fanno venire l'acquolina! Complimenti,bravissima!
Grazie per la tua partecipazione al Giorno Mondiale del Pane.
Mi associo al commento di Fausta, è incredibile pensare quanti pani diversi si possono ottenere usando più o meno gli stessi ingredienti. Il Kesra non lo conoscevo proprio, mentre il Lahuh si, ma non l'ho mai mangiato. per cottura e fattezza mi ricorda tanto il pane eritreo injera, anche se gli ingredienti sono diversi. Mi hai davvero incuriosito, devo proprio provarli! un saluto e complimenti ancora anche per le foto.