Etruschi a tavola: racconto di un blog tour a Chiusi (SI)

by Annarita Rossi

Sono sempre stata curiosa, di tutto. Ho sempre avuto desideriodi migliorare e, ogni volta che supero uno scalino, vedo ilsuccessivo lì pronto a attendermi e a spronarmi. Convinta che non si finiscamai di imparare, ho sempre avuto la predisposizione a seguire corsi, leggere eascoltare chi ha qualcosa da insegnare. E’ sotto questa ottica che ho visto ilblogtour sul pesce di lago che Alice del Re ha proposto nell’ambito dell’MTC edel Calendario del Cibo Italiano.
Un viaggio diverso, dove gli appuntamentierano mirati alla conoscenza del territorio di Chiusi, nella sua interezza. Ilpesce di lago doveva farla da padrona, ma non si riesce a capire la forza di unprogetto, se non si contestualizza. Della bellezza della Val di Chiana è quasisuperfluo parlare, dolci colline, campi coltivati, filari di viti ordinate, biancanee calanchi che scolpiscono e disegnano il paesaggio. Ciò che mi ha colpito sonostate la storia, le leggende e il ritmo di vita rilassato. 

Chiusi è uno di queiborghi affascinanti dove ti aspetti di passeggiare una domenica, per una gitafuori porta, quello che non immagini è che ci sia una città sotterranea, fattadi cunicoli scavati per la raccolta delle acque, che oggi è un percorsofantastico da intraprendere per capire gli Etruschi e il loro modo di vivere,un Museo Archeologico Nazionale sugli Etruschi, ricco di reperti rinvenuti nell’area e, direspirare un’aria magica. Il passato ti assale in angolo, alla cantina Colle SantaMustiola di Fabio Cenni, l’ingresso è una tomba etrusca con un corridoio, scavatoa mano dal proprietario nel tufo fino alla cantina, modernissima, che produce IlPoggio Ai Chiari, il Kernos e il Vigna Flavia. 
Ovunque sembra di stare a braccettocon Porsenna, il principe che sconfisse i Romani, leggenda vuole che sia statosepolto in un mausoleo maestoso con un labirinto complesso e moltissimi oggettipreziosi. Il labirinto esiste ma è solo l’acquedotto. 

Se a destra c’è Porsennaa sinistra, a farti compagnia, c’è Santa Mustiola, ragazza della stirpeimperiale dei Claudi divenne cristiana e fu messa in carcere dallo zio. Riuscìa fuggire verso Chiusi e, inseguita dai soldati, sentendosi braccata, sulle spondedel lago, stese il mantello sulle acque e lo utilizzò come una barchetta e fu subitomiracolo. Pare che ogni 3 luglio, di notte, si possa scorgere una scia dorata sull’acqua. 

Il Lago è parte integrante del dna dei chiusini, il Chiaro,memoria dell’antica palude, rimasto dopo una sapiente bonifica, oggi è unpiccolo specchio d’acqua al confine con l’Umbria che ospita una variegata faunaittica e al margine, tra le canne, molti uccelli. 
I pesci non sono tuttiautoctoni, anzi, per la verità quasi tutti quelli originari sono scomparsi, infavore di specie importate per la pesca sportiva. Merita fare una gita sullerive del lago solo per poter prendere una barchetta e fare una escursione, guardare leplacide colline, il cielo che si riflette nell’acqua e poi chiudere gli occhi erilassarsi nel silenzio della natura. 
Sul lago c’è un ristorante Il Pesce d’Orodove il pesce di lago viene cucinato in modo sia tradizionale che innovativo. Non avevo mai mangiato pesce d’acqua dolce crudo, mai mangiato i gamberi dellaLousiana, mai assaggiato il brustico ma ne vale decisamente la pena. 
Ho scoperto deisapori nuovi, ho visto la chef del ristorante sfilettare e cucinare il pesce inmodo superlativo. Soprattutto ho conosciuto un piatto tradizionale antico comeil brustico, pesce cotto su una griglia al fuoco delle canne, in pratica vieneabbrustolito in breve tempo poi pulito e sfilettato e servito con olio, erbearomatiche e limone. 


Appena arrivate aChiusi la vice sindaco Chiara Lanari con professionalità e un sorriso illuminanteci ha fatto gli onori di casa, intoducendo gli appuntamenti che avremmo avutonei giorni seguenti.

Conosciamo il team dell’Ufficio del Turismo, facciamo lefoto di rito ma la prima vera tappa è il ristorante La solita Zuppa un localenato negli anni trenta e che, dal 2012, è gestito da Andrea e Lorella con un amore euna passione che trovi nei piatti e nel modo di presentare gli stessi. 

Un’atmosferacasalinga e un menù molto ricco. Le zuppe sono davvero tante, di legumi, diortaggi, con spezie, tutte con prodotti di stagione, carni di allevatorichianini, piatti della tradizione, salumi di cinta, il tutto condito da unacantina variegata e pensata a seconda dei piatti. 

Andrea e Lorella cihanno accolto, fatto scegliere dal menu e spiegato ogni singolo piatto come sitrattasse di farci conoscere un parente. Se fate tappa a Chiusi lo consigliovivamente.

Per il blog tourringrazio Il Calendario del Cibo Italiano e Alice del Re perfetta ospite,Chiara Lanari vice sindaco di Chiusi e tutta l’Amministrazione Comunale, per la cortesia, Andrea e Lorella perla passione che mettono nel loro lavoro, Gianna Fanfano chef del ristorantePesce d’Oro per la sua competenza e professionalità, Fabio Cenni proprietariodell’Azienda Enologica Colle Santa Mustiola per la generosità, invitandoci tuttea cena a casa sua, Il Museo Archeologico Nazionale  per averci fatto scoprire il passato diChiusi con entusiasmo e capacità di coinvolgere, Mario per l’escursione inbarca sul lago, Il Museo Epigrafico e il Museo della Cattedrale per averciportato lungo i cunicoli sotto la città, la fattoria Pianporcino  per averci fatto assaggiare tante specialitàcasearie, ultime ma non ultime le mie compagne di viaggio, divertenti,intelligenti e un po’ pazzerelle,che mi hanno fatto passare 2 giornispensierati.

1 commenta

Sabrina Fattorini Novembre 19, 2017 - 8:07 am

Non avevo avuto ancora il tempo di leggere e commentare i racconti di tutte, ma adesso mi sono presa un po' di tempo per me, per rivivere queste bellissime giornate. Dal tuo racconto si capisce bene la bellezza dei luoghi ed il valore di questa esperienza. Ho già nostalgia, di tutto, in particolare della vostra compagnia. Un abbraccio!

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