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Guida la sua auto scassata verso Marinella, pensando all’ultimocaso, parcheggia davanti casa e scende con calma. Mentre cerca di aprire laserratura di casa, santiando perché non trova la chiave giusta, sente suonareil telefono. E’ Livia che inizia a fare mille domande sul perché non harisposto subito. La solita sciarratina e l’umore diventa nivuro, solo una longadoccia calda può distendere i nervi. Con ancora addosso l’accappatoio escesulla veranda, conza la tavola e apre il forno in cerca di ciò che Adelina, ladonna delle pulizie, gli ha preparato per cena. Trova la pasta con i broccoli ela serata si tinge di leggerezza e bontà. Lo sciauro dei maccheroni pervade lacasa e l’aria frisca che arriva dal mare lo fanno sentire in pace col mondo.
Ho immaginato il commissario in questa scena, come tantevolte nei libri, sulla veranda della sua casa di Marinella o da Enzo, latrattoria dove va sempre e dove si sente a casa. Mi ha sempre stupito la suanecessità di mangiare da solo o in compagnia ma sempre in religioso silenzio,durante il pasto. Io che odio mangiare da sola, soprattutto al ristorante, e chevivo il pasto come convivialità, ho sempre trovato strano questo suo esaltare ilcibo, quasi a elemento mistico. Dare il giusto spazio a ciò che si mangia, sentireil territorio nel boccone, ecco, cosa mi fa venire in mente il commissario ognivolta che si accinge a mettere in bocca qualcosa. Sentire il sapore del mare nelletriglie di scoglio di Enzo o nel risotto al nivuro di siccia è per Montalbanoun rito che si ripete ogni volta. Il tributo al mare non si ferma al piacere dimangiare da Enzo ma, si concretizza con la passiata al molo e con lachiacchierata con il grancio.
Il mare e il cibo, questi due elementi non mancanomai nei libri di Camilleri. E poi c’è lei, Adelina, una figura sempre moltopresente quasi mai protagonista, la donna delle pulizie che è quasi una mammaper lui e che detesta, ricambiata, la fidanzata Livia. Adelina lo coccola, locustodisce, è una certezza per il commissario aprire il frigo o il forno etrovare un pasto pronto. Adelina è donna pratica, più di terra che di mare,abituata dalla vita a cucinare piatti poveri e sostanziosi, ecco che da leiarrivano la pasta ‘ncasciata, la pasta con il sugo di sasizza e la caponata.
La sacralità del pasto, l’assenza di pensieri nel precisomomento in cui le papille gustative danno informazioni al cervello. E’ tuttoquello che spesso ci perdiamo mangiando di fretta, il pasto dovrebbe essere unmomento di relax, di abbandono, invece, diventa troppo spesso solo un soddisfare unbisogno primario. Il pasto rimane comunque un rito per noi italiani, checomincia con apparecchiare la tavola e sedersi tutti al tavolino. Anche se lostiamo un po’ perdendo durante la settimana lavorativa, la domenica rimane ilgiorno eletto per questo: la tavola è curata, il cibo preparato in abbondanza esedersi tutti insieme diventa un modo per parlare e confrontarsi.
Nella Giornata Nazionale dedicata al Commissario Montalbano nel Calendario del Cibo Italiano, ho scelto la pasta con i broccoli, una pasta che potrebbe essere stata preparata da Adelina, con profumi che mi ricordano molto la Sicilia.
PASTA CON I BROCCOLI
Ingredienti per 4 Persone
400 grammi di maccheroni
1 cavolfiore da 1 kg.
70 grammi di uva sultanina e pinoli
2 acciughe salate
1 bustina di zafferano
1 cipolla media
olio d’oliva
sale e pepe
Lessare il cavolfiore a pezzi in acqua salata. In un tegame soffriggere lacipolla finemente affettata con olio abbondante, aggiungendovi lozafferano sciolto in un po’ di acqua tiepida, l’uva sultanina) ei pinoli; lasciare insaporire e unire anche il cavolfiore a pezzi. Farsoffriggere a fuoco vivo, condire con sale e pepe, aggiungere un mestolo diacqua di cottura della verdura e infine le acciughe. A parte lessare la pastanell’acqua del cavolfiore, scolatela al dente, condire col sugo già pronto elasciare riposare per almeno 10 minuti.
13 commenti
si questo è proprio un piatto da gustare piano piano
Ma quanto è buona questa pasta con i broccoli. E che belle immagini per raccontarcela. Complimenti!
La pasta cu li vrocculi arriminati è uno dei miei pasti invernali preferiti: di solito preparo il condimento (anzi, la conza) in abbondanza, per poi porzionarlo e surgelarlo. Nella ricetta della mia famiglia aggiungiamo anche una manciata di pinoli tostati, ma ovviamente, come in ogni ricetta di tradizione, ogni famiglia ha la sua versione. Tutte però hanno in comune l'estrema bontà di questo piatto, che non manca mai di scaldare il cuore, insieme al corpo.
Splendido post, complimenti Annarita!
Ho fatto la pasta con i broccoli molte volte, ma mai con i pinoli e l'uvetta sultanina…devo assolutamente rimediare non appena posso 🙂
…io non amo il broccolo, quindi per me è un piatto da non fare, ma sono io la strana… le foto fanno venire fame, sono sicura che è buonissima…è stato un piacere lavorare con voi tutte un abbraccio.
Questo piatto è molto evocativo di una terra così ricca di storia e tradizioni culinarie.
È il piatto che prepara magnificamente il mio amico Massimo natio di Caltanissetta! Con poca uvetta e pochi pinoli e poi ripassata nel forno come se fosse la pasta al forno. Di una semplicità commovente ma di una bontà unica…
Questa pasta con i broccoli che hai scelto trasmette la voglia di ridare importanza al pasto di tutti i giorni, quello che spesso facciamo in fretta durante la settimana, come dici tu. Che belle foto! Montalbano partirebbe dalla sua Marinella per un piatto così.
una pasta profumata e deliziosa a ricordare un commissario amato da tutti, proprio come questo piatto! Buonissimo e molto bello, come le tue foto! complimenti!
Che buona! adoro i broccoli. E anche le foto sono davvero molto belle!
Anche se non è un piatto del messinese, dove abito, lo amo
molto e non vedo l'ora di farne una scorpacciata, appena sarà il periodo del cavolfiore.
Piano piano, magari di domenica.
eh si, deve essere una fissa di noi italiani allora, mangiare bene, bere bene, stare ad una tavola apparecchiata in tanti, mangiare e palare di cibo. Tuttavia devo dire che anche godersi il piatto preferito in silenziosa solitudine non è affatto male. Questo piatto poi, fa venire voglia anche all'ora della merenda.
pensa che io odio mangiare in compagnia. Mi tocca 😉 ma sapessi quanti giri che facevo, ai tempi dell'ufficio, per passare la pausa pranzo per gli affari miei, con un libro e mangiando in silenzio. E qui non è molto diverso. L'unica cosa, devo leggere. o guardare la TV. Mangiare solo, insomma, no, mi mette tristezza. E se sono in compagnia, parlo 😉 Il migliore è Nero Wolfe, che vuole sempre ospiti e poi gli impone di tacere per tutto il pasto 😉 Comunque, tu sei la Musa dei broccoli e questa interpretazione ti conferma tale. Da sola o in compagnia 🙂