Il ruolo svolto daimonasteri femminili nello sviluppo dell’arte dolciaria è stato di fondamentaleimportanza, prima dell’avvio delle vere pasticcerie. Le suore avevano laconsuetudine di sdebitarsi, per servizi ricevuti, proprio con i dolci che, attraversoil calendario liturgico diventavano dei veri simboli per chi li riceveva.Ricette che, nelle loro mani, venivano tramandate e elaborate in veri e propriolaboratori di pasticceria. Oggi questa arte conventuale si è un po’ persa,rimane legata ai pochi conventi rimasti e all’arte imparata nel Monastero diSan Carlo a Erice da Maria Gramatico che, una volta uscita aprì una pasticceriache porta il suo nome, con l’arte pasticcera imparata in convento . Ai conventidi Sicilia dobbiamo i frutti di martorana e la pasta reale piccole opere d’arteche stuzzicavano palato e fantasia, ma anche Biscotti ricci,Bocconetti, Agnelli pasquali, Buccellati, Ciambelloni, Mastazzoli,Paste nuove e Cuori di pasta reale. In questo modo da semplicegratificazione la pasticceria nel convento diventò un’attività che creavaprofitto e cambiò gli assetti delle monache in convento che dovevano cercare le materie primee soddisfare la sempre crescente domanda.
Per circa 25 pezzi
1 kg di farina 00
900 g di zucchero
900 g di mandorle intere
Buccia grattugiata di 1 arancio grande
Buccia tagliata di 3 mandarini
Buccia grattugiata di 1 limone grande
25 g di pisto (cannella, chiodi di garofano, noce moscata, cardamomo)
2 g di ammoniaca per dolci o bicarbonato di ammonio in polvere
150 g di canditi scorzetta e cedro
100 ml di acqua tiepida
50 g di miele
200 ml succo di arancia e mandarini
Un pizzico di sale
1 bacca di vaniglia
Per decorare la superficie
2 uova
1 cucchiaino di zucchero
100 g di mandorle intere
Tostare le mandorle in una padellafino a far sprigionare gli aromi (attenzione a non bruciarle), poi farle raffreddaree tritarle grossolanamente.
Disporre la farina a fontana,versare lo zucchero, le mandorle tritate, la buccia grattugiata del limone, labuccia dell’arancia e dei mandarini a striscioline, il pisto e la vanigliagrattugiata.
Spremere gli agrumi poi filtrare eunire l’acqua poi intiepidire sul fuoco. Togliere dal fuoco, far sciogliere ilmiele e unire l’ammoniaca. Versare piano piano sull’impasto.
Mescolare bene il composto in mododa ottenere un impasto morbido che si stacchi dal piano ma non sia appiccicoso.
Prendere circa 100 g di impasto estenderlo a bastoncino formando una piccola ciambella.
Rivestire con carta forno una tegliae sistemare i biscotti ben distanziati. Sistemare 4 mandorle intere su ognunopremendo affinché si fissino sulla superficie.
Pennellare con l’uovo sbattuto con lozucchero, poi metterli in forno caldo a 150°C per 30/40 minuti.
Farli raffreddare. Conservati chiusiin buste di carta durano fino a una settimana.
Con questa ricetta partecipo alla Giornata Nazionale del Dolci del Convento del
3 commenti
Questa me la salvo per il prossimo Natale perché è una vita che voglio farli, e quel profumo di spezie così unico mi inebria ogni volta. Ti sono venuti meravigliosi e le tue foto parlano sempre da sole!
Ti abbraccio mia cara.
Sono davvero buoni e calorici al punto giusto da essere mangiati a Natale. Sono duri e per denti buoni, altrimenti vanno inzuppati. Un abbraccio a te.
Per noi i roccocò vogliono dire Natale e tutti i suoi profumi! Una ricetta a cui siamo molto affezionati.
Fabio