Sfakianopites , sapori di Creta – Parte I

by Annarita Rossi

Sono stata indecisa fino all’ultimo: Creta o Favignana? Hannodeciso Vefa con le sue ricette greche e Anna, una cara amica che di recente si ètrasferita a Heraklion.  Sono partitastanca e svogliata, così tanto da aver voluto lasciare la macchina fotografica acasa e, è noto a tutti, come non ci sia  scelta più sacrilega per una blogger…mi sonopentita, amaramente pentita. 



Dopo unvolo di 2 ore da Pisa, presto al mattino, a mezzogiorno eravamo già nelle acquelimpide della spiaggia di Kalathas nella penisola di Akrotiri a 200 m dalnostro albergo. Un’acqua talmente cristallina da poter vedere attraverso leonde che si formavano, la sensazione era quella di nuotare in un acquario contanti pesciolini che ti mozzicavano  ipiedi ma che a fine vacanza avevo “ammaestrato” per farmi la pedicure.

Non partomai senza leggere e studiare prima, devo ottimizzare il tempo della vacanza perpoter vedere il più possibile di quel luogo, senza tornare a casa e dire , chepeccato avrei potuto vedere quel posto e invece non sapevo della sua esistenza.Sapevo che per quello che avrei voluto fare in 10 giorni la penisola diAkrotiri era la destinazione ideale perché vicina all’aeroporto e a metà tra lelocalità da visitare, in modo da non fare più di 2 / 3 ore di auto alla volta.Per alcuni giorni il mare è stato un must, in particolare la spiaggia diStavros una meraviglia di insenatura con acqua cristallina con sabbia e rocciae una collina come limite, famosa per aver fatto da cornice al sirtaki diAnthony Quinn in Zorba il greco. Senza orologi, senza orari, una spiaggiaattrezzata, un mare che ipnotizza , ristoranti a conduzione familiare conpiatti tipici cucinati al momento e un caldo secco, mitigato dal vento costante….qualcosamolto vicino al paradiso.

 
Ma Creta non è solo mare, è un’isola grande , la piùgrande della Grecia, lontana dallo stereotipo delle case bianche e blu che siamoabituati a vedere nei cataloghi delle agenzie, un luogo ricco di storia,tradizioni, con montagne che raggiungono i 2500 m, gole profonde adatte per iltrekking o giri in fuoristrada, città moderne molto curate, parchi acquaticiper il divertimento, monasteri , paesi di pescatori e natura incontaminata. Contanto da vedere, il riposo assoluto è durato giusto il tempo di ricaricare lepile. La prima tappa Elafonisi, la spiaggia più famosa , nella costa occidentaledell’isola è un luogo magico, una spiaggia lunghissima con pozze di acqua cristallinamolto bassa dove le persone, tante tantissime persone, camminano avanti eindietro come le formiche nel formicaio, alla ricerca dell’angolo perfetto osolo per farsi cullare dall’acqua scaldata dal sole. 

Niente strutture vistose vicinoalla spiaggia, nessun ristorante o albergo solo qualche chioschetto di panini ebibite e poi solo natura a rendere l’esperienza ancora più spirituale. Ilmiglior regalo di compleanno.

Se da Creta miaspettavo natura e mare, certo non potevo pensare che ci fossero delle cittàtanto belle da vedere e da vivere. Chania è stata la prima sorpresa, la nostrameta preferita per le cene, lungo le vie strette e movimentate del centro. Lapiù importante città minoica dopo la caduta di Knosso, ha avuto dominazioniveneziane e turche riconoscibili oggi nei palazzi e nelle moschee. Un porto euna fortezza ne fanno una città sicuramente interessante, la vita notturna, iristoranti e i negozi un centro di divertimento. 

 Niente a che vedere però con la mia preferita,, Rethymno dalla quale non mi aspettavo nulla e invece mi ha ripagato con eleganza,vivacità, bellezza e gusto. Arrivando dalla national road non le daresti 2 lirepoi, arrivi in centro e scopri le viuzze strette, i palazzi venezianisapientemente restaurati, i ristoranti curati e bellissimi, il porto, i luoghidi culto cambiati con le diverse dominazioni. Una città universitaria piena divita, di luoghi di interesse e di piacere. 

Quando mi piace così tanto una cittàmi chiedo: ma ci vivrei? Ecco, eliminando i problemi di lingua direi proprio disì perché è una città piccola a misura d’uomo, sul mare e dove il clima èperfetto tutto l’anno (in inverno si raggiungono 18-20 °C), unacittà piena di gente giovane, con nemmeno tantissimi turisti, dove puoi farejogging sulla spiaggia la mattina attraversando qualche strada, prenderti un caffècon le amiche nei numerosissimi locali del porto, passeggiare nel parco…ah emagari anche lavorare! Ma sognare non costa nulla. 

Mi fermo qui per ora elascio una ricetta di ingredienti poveri che non mancano a Creta: mizithra emiele. 


La prima volta che ho sentito parlare delle sfakianopites è stato daIrene e mi sono così piaciute che ho voluto subito replicare poi, ho le hotrovate anche sul “sacro testo” di Vefa e le ho rifatte, ma non avevo lamizithra, una specie di ricotta asciutta fatta con latte di pecora e capra, e allora quale migliore occasione per andare a Creta? Le ho mangiate inun ristorante a Rethymno, servite come dolce e a casa con tutti gli ingredientigiusti sono state un successo.

Farina 500g piùquella per la spianatoia
Sale ½ cucchiaino
Olio di oliva 2cucchiai più quello per spennellare
Raki (o vino biancosecco) 4 cucchiai
Mizithra 700g oricotta o formaggio spalmabile
Miele, peraccompagnare


Setacciare la farinacon il sale in una ciotola capiente poi disporla a fontana. Versare al centro l’olioe il raki e impastare aggiungendo gradualmente l’acqua necessaria per unimpasto soffice (circa 250 ml) Dividere l’impasto in 12 palline, coprirle conun canovaccio umido e lasciare riposare per 30 minuti. Stendere le palline indischi di 18 cm di diametro. Dividere il formaggio in 12 parti uguali e porlauna al centro di ogni disco, ripiegarvi intorno l’impasto avvolgendo bene ilformaggio e sigillare la sfoglia. Mettere i fagottini ripieni su un piano dalavoro leggermente infarinato con la chiusura rivolta verso il basso e appiattirliprima con il palmo della mano e poi con il matterello in dischi di circa 20 cmdi diametro. Scaldare una padella antiaderente spennellata con olio. Cuocereuna pita per volta pochi minuti per lato finchè non è ben dorata. Spennellatela padella con altro olio quindi cuocerne un’altra. Servire le pita calde, confilo di miele.


NOTE
Fare le pita èsemplice basta fare attenzione all’impasto che deve essere morbido ed elasticoin modo da poterlo allargare senza difficoltà. Se fosse troppo duro sistenderebbe male, al contrario troppo molle rimarrebbe appiccicoso e sipotrebbe strappare.

Il vero passodelicato è infatti stendere l’impasto ripieno di formaggio, bisogna farlodelicatamente stando attenti che il formaggio non fuoriesca.

La mizithra è ilformaggio ideale ma si può utilizzare tranquillamente la feta per rimanere neisapori greci.

Vefa consiglia 700gdi formaggio ma secondo me sono troppi, già un 400/500 sono sufficienti, penavederli uscire dall’impasto.

Nell’impasto si usail raki un distillato secco tipo la grappa, liquore che non manca MAI a finepasto e in ogni occasione conviviale ma si trova solo a Creta perciò si puòutilizzare o vino bianco secco o grappa.

Le pita si servonocon il miele, preferibilmente greco, ma un millefiori andrà benissimo o quelloche preferite tranne il castagno che è troppo forte e tenderebbe a coprire isapori.

A Creta mi hannoservito la pita con miele e semi tostati di sesamo e ci possono stare benissimose piacciono.
Le pita sono ottimecome dolce ma anche come normali pita se mangiate senza miele.

                            

 GIUDIZIO
PROMOSSA
Con questa ricetta tratta da  “la cucina di Vefa” di Vefa Alexiadou partecipo a 

15 commenti

Luna Pizzafichiezighini Ottobre 13, 2015 - 5:32 pm

Nooooo la macchina fotografica a casa, te possino!! Ma per fortuna già solo queste immagini parlano da sole. Dici bene: un vero paradiso! Acqua splendida paesini suggestivi. Anche io mi faccio sempre la stessa domanda quando visitò una nuova città. Se mi rispondono sì però mi rimane attaccata tanta di quella nostalgia una volta tornata…. Peccato ti abbia interrotto il reportage, era proprio bello leggeri! Per fortuna hai compensato almeno in parte con questa ricetta super golosa. Formaggio e miele…esiste qualcosa di più paradisiaco? Per le no!
Tanto baci annarituzza.

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Annarita Rossi Ottobre 13, 2015 - 7:35 pm

Luna lo so che aspettavi il mio racconto ma tranquilla non ho finito questa è solo la prima parte. Per rendere l'idea con l'ipad ancora ora ascoltiamo la radio che ci ha fatto compagnia in auto per tutta la vacanza, se non è nostalgia questa. Penso che ci torneremo anche perchè c'è ancora tanto da vedere. Un bacione grandissimo. A presto.

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Luna Pizzafichiezighini Ottobre 13, 2015 - 5:36 pm

Madonna mia sto coso….traduco giusto un paio di frasi, tralasciando gli altri refusi…" peccato tu abbia interrotto il reportage, era proprio bello leggerti". L' ultima frase prima dei baci è:
" per me no!".

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Annarita Rossi Ottobre 13, 2015 - 7:36 pm

ahahahah avevo capito 😀

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Fabiana Del Nero Ottobre 13, 2015 - 7:11 pm

Quel bimbo che "vola" felice a pelo d'acqua è una meraviglia!!!
Bellezza pura questi luoghi, gioia pura quella che intuisco tu abbia vissuto e quella che le tue sensazioni trasmettono anche a me.
Bontà pura, anzi purissima quella ci offri nel piatto!!!!!
Devo informarmi meglio, hai visto mai che avanzi spazio per un microscopico chioschetto di pesce fresco in qualche angolo?!!!!!

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Annarita Rossi Ottobre 13, 2015 - 7:39 pm

Quel bimbo era proprio felice, quando siamo in vacanza mi stupisce sempre assaggiando di tutto e cercando di parlare in qualsiasi lingua, ha passato 10 giorni in mare, lo ripescavo la sera giusto per dormire. Un chioschetto di pesce sarebbe perfetto visto che, stranamente con tanto mare il pesce è snobbato. Un bacione.

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๓คקเ Ottobre 13, 2015 - 7:15 pm

Impazzisco per la cucin greca e questa ricetta, che ricorda un po' le sebadas sarde, mi fa venire un'incredibile acquolina in bocca.
Magari la provo con la Feta, anche se non è la stessa cosa.
Bravissima Anna Rita!!!

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Annarita Rossi Ottobre 13, 2015 - 7:40 pm

Grazie Mapi, anche con la feta sono buonissime già provate varie volte. Un abbraccio.

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Araba Felice Ottobre 14, 2015 - 4:49 am

Anche a me come Mapi hanno ricordato le sebadas, che sono uno dei miei dolci preferiti quindi immagina la gola che mi fanno….grazie e complimenti per il bellissimo post 🙂

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Annarita Rossi Ottobre 14, 2015 - 9:00 am

In realtà ci sono altri saccottini ripieni di formaggio, fritti e cosparsi di miele che sono veramente simili alle sebadas, questi hanno la pasta diversa, comunque buonissimi. Grazie Stafania.

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Great Mangiaregreco Ottobre 14, 2015 - 5:47 am

bel post. bravissima!

irene

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Annarita Rossi Ottobre 14, 2015 - 9:01 am

Irene sei stata tu che me li hai fatti conoscere e la mia ispirazione, brava tu. Un bacio.

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Mariangela - Alittleplacetorest Ottobre 14, 2015 - 1:36 pm

Che tuffo nel passato mi hai fatto fare! Sono stata a Creta dieci anni, estate post-maturità. Ho visitato anch'io Chania e Rethymno e goduto di quei vicoli suggestivi e di quel mare cristallino. E in più anche nella mia libreria svetta il librone della mitica Vefa!
Grazie per il bell'amarcord! =)

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Ale only kitchen Ottobre 14, 2015 - 8:25 pm

Annarita, che bel post! Amo la Grecia, e il libro di Vefa è uno de miei preferiti, non solo per le ricette, ma anche per la passione e l'amore che trasudano da ogni pagina.
Grazie per le tue bellissime Sfakianopites 🙂

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La Gaia Celiaca Ottobre 16, 2015 - 10:44 pm

Anche a me hanno ricordato le sebadas, che ho mangiato tante volte quando sono andata in sardegna ma che non provo da tantissimo tempo.
mi è venuta una voglia terribile di quelle e queste, ma forse queste sono più gestibili (notare che scrivo "queste" perché imparare il nome è impresa senza speranza per me) quindi le proverò presto.
il libro della vefa non ce l'ho ma mi sa che devo rimediare al più presto.
bellissima realizzaazione. grazie annarita!

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