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Fagottini dolci con marmellata di castagne e amaretti |
OttopreChe sia pure l’ottopre benedetto,freddo nun è e il sol non scotta più;le foje hanno giamò preso il colorettoche vole dì che fra pogo caschin giù.E passin le lodole e i fringuelliE l’uva nun ci ha più da maturà,e cantino le donne j stornellimentr’enno tra i filari a vendemmià.Anco le giuvinotte scollacciateCumincino a cuprissi spalle e senE i preti che l’avevin cunfessateRiconoscin che il fresco fa un gran ben.In questo mese po’ s’ingrassa tuttiOmini, donne, preti, oche e porcelli:coi ballucci, le jande ed altri frutti,compresa la polenta coj ugelli.
[Ottobre.Che sia pure benedetto ottobre/non è freddo e il sole non brucia più/ le foglie hanno già cambiato colore, vuol dire che tra poco cadranno giù./
E passano (migrano) le allodole e i fringuelli/ e l’uva nondeve più maturare/ e le donne cantano gli stornelli/ mentre sono tra i filari avendemmiare./
Anche le ragazze scollacciate/ cominciano a coprirsi lespalle e il seno/ e i preti che le avevano confessate/ riconoscono che ilfresco fa un gran bene (alla morale comune)./
In questo mese poi s’ingrassa tutti/ uomini, donne, preti,oche e maiali/ con le castagne lesse, le ghiande e altri frutti/ compresa lapolenta con gli uccellini ].
Sono i versi di Pietro Bonini, poeta dialettale, con i qualiho scelto di raccontare l’atmosfera e i colori dell’autunno del luogo nel qualesono nata e cresciuta. Pietro Bonini nacque a Castelnuovo di Garfagnana (LU)nel 1870, fu un brillante studente e, più tardi, un onesto contabile al Banco nazionale delLavoro di Castelnuovo. Morì a Castelnuovo Garfagnana nel 1939. Scrisse poesie in vernacolo garfagnino chepubblicava settimanalmente sul “Corriere di Garfagnana”. Poche sono leraccolte, (molte delle sue poesie furono perdute durante la guerra) e illibretto, del 1916, che ho trafugato reperito a casa di mio papà, è quasi una rarità.
Bonini, che fu descritto come poeta arguto e dal fine sottinteso, ha una lirica spontanea e immediata e, un versofluido e limpido. La raccolta si intitola “Cose da contà a vejo” perché raccontala vita di tutti i giorni, scandita dal lavoro e dai momenti di aggregazione, proprio come le veglie. Così venivano chiamate le serate d’inverno, durante lequali si riunivano gruppi di persone attorno al fuoco, intente al lavoro, e siascoltavano le storie , dei conoscenti, del paese o storie inventate di folletti per impaurire. Le veglie erano momenti di socializzazionema avevano anche una valenza formativa nei confronti dei ragazzi, ai qualiveniva tramandata, da parte di adulti e anziani, un’identità culturale precisa,fatta di valori che avevano nella semplicità e nella spontaneità il lorofondamento più vero.
La poesia di Pietro Bonini mi ha fatto immaginare i coloridell’autunno, le giornate che “calano” e la voglia di riunirsi perchiacchierare davanti al fuoco. E mentre qualcuno poteva raccontare di immagini e suonidel bosco, del raccolto delle castagne, del “Buffardello” o degli scherzi del diavolo, per terrorizzare laplatea, qualcun altro poteva servire dei fagottini dolci per rallegrare la serata.
La ricetta dei fagottini dolci con castagne e amarettiproviene da un libro di ricette di mia madre, che io, da piccola, chiamavo illibro delle pastasciutte, che ha almeno 50 anni. E’ un dolce semplice e gustoso e, che miamadre, negli anni, ha perfezionato e reso più appetitoso, utilizzando la pasta frolla al postodell’impasto previsto. La ricetta originale, recita così:
Farina 400 gr
Tuorli 3
Albumi 2
Burro 40 gr
Zucchero 40 gr
Amaretti 150 gr
Marmellata di castagne
Mescolare la farina con le uova, il burro e lo zucchero finoa formare un composto liscio, da far riposare in frigo per almeno un’ora.Stendere la pasta fino ad una altezza di 3 mm e ricavare con un bicchieregrande (io ho usato un coppapasta) dei cerchi. Mettere al centro di ogni cerchio uncucchiaino di marmellata di castagne e un amaretto sbriciolato, poi chiudere ilfagottino, avendo cura di sigillare bene i bordi. Ripetere la stessa operazioneper circa 20 fagottini. Sistemare in una teglia e mettere in forno a 180°C per20 minuti circa.
I fagottini possono essere cotti anche facendoli friggere inolio ben caldo per 10 minuti circa.
Con questa ricetta partecipiamo al contest “Contaminazioni Food and letteratura dialettale”
del blog “I sapori di Elisa”
25 commenti
Bella bella l'iniziativa di Elisa ma bellissimi anche i versi del Bonini che io mi gusto un lingua originale insieme ai tu fagottini :))) è un periodo questo,fatto di colori e sapori in cui mi ritrovo pienamente..
Oggi sei stata poesia pura!!!
Bacino
D'altronde il toscano che si traduce a fare? la lingua italiana l'abbiamo inventata noi….sì più o meno. Accetto il complimento e me lo prendo tutto perchè viene da un'anima poetica come la tua . Grazie carissima.
questi fagottini sono deliziosi, dei piccoli bocconi golosi!
baci
Alice
Grazie Alice. un bacio, a presto.
Che belli i versi! Questi fagottini sono deliziosi, complimenti e un abbraccio paola
Grazie -:))) a presto.
Mia cara, non sai quanto mi fa piacere che tu abbia di nuovo partecipato! Prima di tutto perché dimostri ancora una volta di aver compreso il senso del mio giochino al 100%, in secondo luogo perché la tua contaminazione mi piace moltissimo: la poesia è stupenda e più che adatta a questo periodo, il modo in cui l'hai raccontata e spiegata mi ha trasmesso calore, voglia di conoscere questo poeta dialettale, voglia di immaginare queste atmosfere di veglia intorno al fuoco…la ricetta poi è uno spettacolo, con quella marmellata di castagne! 🙂
Grazie davvero!
Ma grazie a te, sai che adoro il tuo contest. Bacio.
Wow che farcitura!!! baci 🙂
Farcitura molto dolce per contrastare l'impasto che, invece non lo è per niente. Grazie Claudia, a presto.
Ciao le ricetta e il tuo blog sono deliziosi.Ti seguo con piacere. Se ti va passa a trovarmi. A presto. http://www.dolciarmonie.blogspot.it
Ciao Veronica grazie, ora passo subito.
Bel post Annarita, interessante e piacevole… la tua descrizione delle serate di vigilia mi ha comunicato una sensazione di piacevole benessere che richiamano memorie lontanissime….
Deliziosi i tuoi fagottini, un ottimo modo per utilizzare la marmellata di castagne davvero, così ben racchiusa in una frolla croccante.
Buona serata autunnale
Daniela
Grazie Daniela, sono davvero molto contenta del tuo commento. Sarà che sono legata profondamente alla mia terra e che mi è sempre piaciuto conoscerne il passato, che raccontare quel mondo mi piace tanto e, farlo attraverso il cibo, mi ispira sempre moltissimo. Ciao a presto.
Che carina la poesia! Ricetta e foto molto belle (soprattutto la prima mi piace tantissimo!), complimenti!!
Grazie mille, i complimenti sulle foto mi fanno molto piacere perchè sto cercando di migliorare, anche se dovrei fare un corso. Ciao a presto.
Mi piace questo Contest e il tuo post. Brava e in bocca al lupo!!!
Sabina
Grazie Sabina, questo è un contest davvero interessante e stimolante…..partecipa anche tu. Ciao a presto.
Ci penso…sto facendo una specie di disintossicazione…da che non partecipavo neanche ad uno ultimamente sono entrata in loop!!! E ne ho lanciato da poco uno io…ho promesso che mi sarei limitata a seguire quello nell'immediato futuro ma ci penso…in effetti mi tenti :)))
Baci
questi fagottini hanno proprio un ottimo aspetto goloso, un abbraccio SILVIA
Grazie Silvia sei sempre carina. Ciao a presto.
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Ti Auguro una Fantastica giornata
Cristina 🙂
Grazie, ci penserò. ciao.
Sono dei versi davvero deliziosi.
Avevo un'insegnante di origine toscana, era bravissima e mi piaceva da morire il suo modo di parlare il vero italiano … ci diceva tipo "spengi la luce" … e lei era stra fiera di insegnarci queste parole.
Favolosi i tuoi fagottini, mia mamma me li faceva in una versione similare ma non con la marmellata di castagne.
Un bacioooo
Si anch'io dico così….a dire il vero il toscano è diverso nelle varie città e nei paesi, ognuno parla a modo suo. Ciao Monique grazie a presto.