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Quando parto so di aver organizzato il viaggio,studiato i percorsi, letto attentamente la guida per non farmi sfuggire nulladel luogo che visiterò, salvo poi lasciarmi guidare dall’istinto e dal caso,una volta arrivata. Non parto mai senza un programma.
Stavolta invece è statotutto diverso. Ho letto il mio nome come vincitrice del flashmob A Tutto Pachino lanciato da AIFB e neanche il tempo di realizzare l’accaduto cheSabrina mi ha chiamato e mi ha detto che saremmo partite l’indomani. Giusto unistante per organizzare marito, casa, cane e figlio (non necessariamente inquest’ordine) e via senza sapere nulla del programma che mi aspettava. Partireper la Sicilia era tutto ciò che mi serviva di sapere.
E’ buffo come si possa amare tanto una terra pur nonavendola mai vista prima, eppure per la Sicilia è stato così, prima di mettervipiede già sapevo che sarei rimasta incantata. Peccato arrivare la sera e fareil viaggio da Catania a Marzamemi al buio, scendere e rendersi conto delluccichio del mare ma poterlo solo immaginare. Al risveglio neanche il più belsogno poteva tanto, l’aria pulita, il sole che a dicembre scalda come se fossegià primavera e l’odore del mare che talmente vicino che ti pare di arrivare atoccarlo. Ti senti a casa, punto.
La prima tappa è stato il Consorzio di Tutela delPomodoro di Pachino IGP, nato nel 2002 con l’obiettivo di valorizzare epromuovere il pomodoro di Pachino e riunire le numerose aziende del territorioche coltivano i famosi pomodorini.
L’incontro con il Presidente, SebastianoFortunato, e la successiva visita al laboratorio della sua ditta mi hanno fattocapire perché acquistare un prodotto a marchio Igp come il pachino significhi entrarea far parte di un territorio.
Se si mangia un ciliegino o un datterino non sista mangiando un pachino perché è il territorio l’ingrediente segreto di questopomodoro. L’area di Pachino (RG) è alla confluenza tra il Mar Mediterraneo e loIonio ha un clima asciutto un terreno calcareo argilloso sferzato dal vento delsud. E’ la più assolata secondo l’ENEA, i raggi solari uniti ad un certo gradodi salinità dell’acqua utilizzata per innaffiare le piante rendono il prodottopiù saporito e resistente. Proprio per la quantità di sale nell’acqua le piantenon crescono mai tanto e si concentrano sui frutti.
Le varietà che si fregiano del marchio IGP sono ilciliegino, il costoluto, il grappolo, il tondo liscio, il mini plum e il plumche ho potuto vedere nell’area di confezionamento della Fortunato srl, sono unameraviglia per gli occhi e per il palato, mai avrei creduto di mangiarepomodori a colazione pescati qua e là nelle cassette, un sapore dolce, unapolpa uniforme poco acquosa e una buccia delicata.
Ogni scatola ordinata e precisa, con tutti i fruttiintegri e perfetti, ognuna con il marchio del consorzio pronta a partire pertutta l’Italia e per l’estero. Un tuffo nel mare colorato dei pomodori nonpoteva che terminare nelle aree di coltivazioni e nelle serre.
Con SalvatoreChiaramida, direttore del Consorzio abbiamo toccato con mano la realtà dellaarea agricola andando a osservare le piante, con qualche piacevole deviazione aIsola delle Correnti per assistere all’abbraccio ideale tra il Mar Mediterraneoe lo Ionio.
La bellezza della natura, selvaggia e aspra è inebriante e proprio nonvolevo perdermi nulla di quello che avrei potuto vedere. Ecco che il pranzo aPorto Palo di Capo Passero è stata l’occasione per fare un giro.
L’evento più importante dei giorni trascorsi inSicilia è stato l’IGP DAY 2017 svoltosi al Palmento Rudinì a Marzamemi cheaveva per tema l’attività di formazione rivolta a tutte le imprese appartenentiall’area di produzione della IGP Pomodoro di Pachino “Sicurezza alimentare eapplicazione dei disciplinari di produzione”. La giornata si è alternata condiversi interventi e numerose domande dei produttori, un momento importante diconfronto e di attività formativa che ha segnato lo stato dell’arte del PachinoIGP e i propositi per il futuro.
L’ultimo intervento è stato di sabrina fattorini cheha parlato dell’importanza dei prodotti a marchio nella cucina d’autoredopodiché è stato il mio turno per ringraziare il Consorzio di Tutela del IGPPomodoro di Pachino e AIFB per la splendida opportunità.
Di tutte le esperienze di questi giorni, di sicuro, miè rimasta una gran voglia di tornarci.
Tarte ricotta e pomodori Pachino IGP
PER LA BRISE’:
Farina 0 250
Burro 150 g
Uovo 1
Sale 1 cucchiaino
Zucchero un pizzico
PER LA FARCIA:
uovo n.1
ricotta 170gr
pomodorini pachino una decina
Olio extra vergine d’oliva 1 cucchiaio
Menta qualche foglina
Timo 2 rametti
Finocchietto 2 rametti
Per la pasta brisè mettere la farina a fontana e unireil burro a pezzetti, il sale, un pizzico di zucchero e infine l’uovo. Mescolarebene fino a ottenere un impasto granuloso.
Versare il latte freddo e lavorare sino a quando nonsi ottiene una pasta liscia e omogenea.
Coprire con pellicola trasparente e lasciare riposarein frigorifero sino all’utilizzo.
Mescolare bene la ricotta con l’uovo e le erbettesminuzzate. Regolare di sale e pepe. Lavare i pomodorini pachino.
Stendere la pasta brisè e sistemarla su una teglia(meglio con fondo amovibile) ricoperta da carta da forno. Bucherellarla con irebbi di una forchetta.
Coprire con altra carta da forno, riempire lasuperficie con fagioli secchi o e infornare per 13 minuti.
Passato il tempo, eliminare tutto e lasciar cuocerealtri 5 minuti. Togliere dal forno e versare la farcia. Sistemare i pomodoripachino e condire con un giro d’olio e un pizzico di sale. Infornare per altri20/25 minuti.
Servire tiepida.
3 commenti
Davvero stupenda! La prox estate a pomodori maturi di stagione è da fare! ?
Grazie. Beh certamente con i pomodori di stagione sarà ancora meglio, ma ti assicuro che anche questi, arrivati direttamente dalle serre di Pachino, hanno il loro perchè.
Cara Annarita, come sai la Sicilia mi ha preso il cuore da bambina e questo amore si rinsalda ad ogni mia visita. Vivendola questa terra sa regalarti emozioni davvero uniche, un mix di male, sole, arte, cultura e gente straordinaria. La magia della Sicilia è che si ruba un pezzo di cuore e ti mancherà terribilmente finché non tornerai. Ma è l'esperienza più bella che si possa fare! Ed io sono felice di averla fatta con te!