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Los pastelitos |
Sarà che sono stanca, saràche a volte la vita ti presenta un conto che fai fatica a pagare, saràl’atmosfera natalizia e l’euforia collettiva di questi giorni che mi indispone,ma, mai come in questo periodo vorrei emigrare, sparire, puf, smaterializzarmie ricomparire in un altro luogo, lontano fisicamente ma, soprattutto, lontanodal mondo che ho sempre conosciuto. Vorrei riappropriarmi dei ritmi dellanatura, del significato vero delle cose, vorrei poter agire senza sentirmiimpotente, smettere di avere la sensazione di correre dentro ad una ruota dacriceti e pensare che rallentare non significhi perdere tempo ma acquistarequalità della vita vissuta.
Soprattutto vorrei lasciare qui ,tutto ciò che èinutile e che invece tutti continuano a farci pensare che sia indispensabile,vorrei non sentir parlare di crisi, di spread, di campagna elettorale, dellagravidanza di Kate, della farfallina di Belen, di cosa fa Federica Pellegriniquando non nuota, di pensare che la cellulite sia una malattia e ancora e ancora……Non credo basterebbe un’isola caraibica o un atollo maldiviano, vorrei unviaggio tra popolazioni semi sconosciute in Amazzonia o tra gli oranghi diBirutè nella foresta del Borneo. Sogni,solo sogni….e intanto cucino.
Come preludio alla ricettinadi Natale non c’è male….. potevo fare di meglio si si….. ma oggi va così…..vedrò di rifarmi….forse.
La mia ricetta natalizia èun dolce povero, tipico della campagna spagnola, Cultura, tradizione e storiain un solo piatto. Carmen, la signora spagnola che me l’ha donata mi haraccontato che, dopo aver infornato il pane, le donne del paese, tutte assieme,si mettevano ad impastare i pastelitos, chiacchierando e cantando. Venivanoutilizzati i prodotti dell’orto, che in quel periodo erano le zucche o lepatate dolci e pochi altri ingredienti, dosandoli a occhio e in rapporto di1:5. La ricetta viene tramandata da madre in figlia e, mentre un tempo sifacevano solo per Natale, oggi si realizzano anche per le feste paesane e lesagre. Sono dolci rustici, forse poco eleganti, non saranno i biscotti patinati di origine anglosassone che siamo abituati a vedere ma, garantito, sono buonissimi, appena fatti, così, come il giorno successivo.
Come dicevo non ci sonodelle dosi precise ma dipende da cosa si usa per partire, stabilito se si vuoleutilizzare una tazzina da caffè piuttosto che un bicchiere o una tazza piùgrande, quella diventa la nostra unità di misura.
Per circa 15 pastelitos
Acqua con un pizzico di sale ½ tazzina
Olio di semi 5 tazzine
Liquore all’anice1 tazzina
Marsala ½ tazzina
Grappa ½ tazzina
Zucchero un pizzico
Farina qb
Per la marmellata
Zucca
Limone non trattato
Vaniglia una stecca
Chiodi di garofano 2/3
Zucchero semolato
Prendere un po’ di zucca efarla cuocere in forno con la buccia per circa mezz’ora, fino a che non èdiventata abbastanza morbida da separarla facilmente dalla buccia poi,tagliarla e metterla in una casseruola con un po’ di zucchero (non deve esseretroppo dolce). Aggiungere la stecca di vaniglia aperta, i chiodi di garofano e la buccia del limone evitando la parte bianca.Far cuocere fino a che diventa morbida e cremosa e non troppo acquosa. Lasciarraffreddare completamente. Conservare in frigo fino all’utilizzo.
Portare a bollore l’acquacon il sale e versarla in una boule, aggiungendo l’olio e, a seguire, gli altriingredienti. Alla parte liquida si aggiunge tanta farina quanta ne serve performare un composto omogeneo e morbido da lavorare. Fare delle palline di pastada stendere con le mani su un foglio di carta da forno e riempire con lamarmellata di zucca. Chiudere la pasta, sigillando i bordi con i rebbi di unaforchetta a formare una sorta di raviolo. Continuare fino ad esaurimento dellapasta. Cuocere in forno a 180°C per 10-15 minuti.
Appena sfornati passarli uno ad uno nello zucchero semolato.
Con questa ricetta partecipo al contest di Dolci a go go Dolci sotto il vischio nella categoria Dolci dal mondo
24 commenti
ciao Annarita, che bellini questi pastelitos. In ogni tradizione popolare esistono dolci buonissimi fatti così (a occhio a naso, a forza di farli..). Mia mamma ad esempio mi ha insegnato a fare le frittelle di carnevale in questo modo.
Sai cosa faccio quando mi sento così cupa? Primo spengo la tele (che tanto ci fanno sentire solo quello che serve a loro per crearli apposta, questi stati d'animo pieni di paure sul futuro..). E poi aspetto che sia sera, esco sul terrazzo e mi stendo per un paio di minuti a guardare le stelle, e penso che è tutto così infinitamente grande e perfetto, là; e qui tutto così infinitamente piccolo. Allora penso che anche il solo poter mangiare un biscotto mi può rendere felice. Figurati il poterli anche fare…! Un abbraccio :))
Grazie per il consiglio Cinzia, è un modo per riuscire a vedere le cose da un'altra propsettiva, da un punto di vista diverso. Proverò anch'io e tra le stelle spero di scorgere Cristiana, la mia migliore amica al liceo, che ieri ci ha lasciato. Grazie davvero, sei una bella persona. Bacio.
Che bel post.. come ti capsico.. come ti capisco!!!!Ma che ricetta particolare questa.. ma mi attira non sai qaunto.. con quei liquorini.. con quella confettura di zucca… che bei colori.. Un abbraccio.. 🙂
Grazie Claudia, sei sempre tanto carina e gentile. Un abbraccio anche a te.
Che buoni questi pastelitos con il ripieno zuccoso 🙂
Mi hai fatto tornare indietro nel tempo, quando pensavo di seguire le orme di Birutè e Jane…bei tempi!
Condivido il tuo pensiero e spesso mi vien voglia di mollare tutto e scappare via da questo mondo che non è neanche più il mio!
Concordo che guardare le stelle ci aiutino a fermarci, riflettere, e farci stare meglio
Anche tu sei una fan di quelle due gran donne? Grazie per le tue parole. A presto. Un bacio.
Si, ho seguito molto le loro ricerche e le ho ammirato per le loro scelte avventurose. Fortunatamente loro vanno avanti, mentre non è andata così per Diane Fossey, ma questa è un'altra storia.
In questi giorni, il cielo è stato così terso che ho visto le stelle brillare con più intensità del solito. Sarà il freddo o saranno i nostri pensieri per chi è lassù?
Già, Diane, ho amato molto anche lei. Il mio bimbo identifica una stella, che riconosce solo lui, come la nonna che non c'è più e ogni volta che andiamo in vacanza guarda il cielo e dice << vedi la nonna è venuta con noi, ci ha seguito anche qui e ci protegge>> forse ha ragione lui, voglio pensarla così. Grazie Isabel.
hanno un aspetto assolutamente squisito, la marmellata di zucca ancora mi manca, un abbraccio SILVIA
Allora devi proprio rimediare -:))) Grazie Siulvia. A presto.
Tesoro, quanto ti do ragione!! Ma lasciamelo dire: continua a sognare e a cucinare, che sono attività che fanno bene allo spirito 🙂
Ottima questa ricetta: non la conoscevo…
Un bacino
Infatti cucino e cucino e sogno…. Ciao cara e grazie.
Polentinaloca se condivido tutto, virgole comprese.
Fammi posto che porto una tazza, si beve un tea insieme e si rimane in silenzio a mangiar pastelitos.
Ah che bella immagine, mi piacerebbe proprio….poi però sono cavoli tuoi se ti faccio una testa così!!! Bacio.
Non sai quanto vorrei anche io sparire certe volte. Dai dai proviamo a vedere il bicchiere mezzo pieno. Per esempio a quanto ci fa star bene un biscottino come questo, un impasto, una marmellata che assieme regalano tanta gioia. E grazie per averla condivisa 🙂 Bacioni!
Riuscire a vedere il bicchiere mezzo pieno sarebbe una fortuna. Ti ringrazio per le tue parole. Un abbraccio.
Annarita non volendo abbiamo proposto entrambe una ricetta 'povera' poco patinata ma vera. Sono alla ricerca di cose concrete…come te.:-)
ti aspetto per un caffè…. magari sul mare….
Pippi
Pippi ti chiamo…a presto
beh se aggiungi un lutto a questo momento già triste su tutta la linea, si capisce il tuo stato d'animo. chi non vorrebbe scappare lontano in questo periodo? ma lo spettacolo continua, il business natalizio non molla, crisi o non crisi e magari va bene così, una tregua dai mali che ci affliggono…ma non sono tanto convinta….
a parte questo, niente male i tuoi pastelitos!!
cris
Grazie, dover dire addio alla mia migliore amica del liceo è stato molto duro…ancora non mi sembra vero. Lunedì ero a Rosignano per il funerale e facendo l'Aurelia fino a Livorno, sono passata da Castiglioncello e ti ho pensato.Grazie ancora.
mannaggia, magari non eri dell'umore adatto ma se ti ricapita devi assolutamente farmi un fischio, mi farebbe molto piacere conoscerti! ti mando in privato il mio cell…
ciao, ci conto!!
Cris
Ma certo che si, anche a me farebbe piacere conoscerti. A presto allora.
Non ci sono parole quando una persona a noi cara vola via…non riusciamo capirne il perchè….non ci diamo pace per quello che magari non le abbiamo detto…o per quello che ancora avremmo voluto fare con lei…però da quello che ho letto negli altri messaggi…hai un bimbo…bhe' per lui devi trovare di forza di continuare, di sognare, di essere ancora felice….guarda nei suoi occhi e ne troverai la forza… mi raccomado… Scusa non mi sono neppure presentata…io sono Monica!
A presto
Monica
(fotocibiamo)
Ciao Monica, piacere di conoscerti. Ti ringrazio molto per le tue parole, hai ragione sai, quando Dario mi guarda e improvvisamente mi abbraccia e mi dice << Mamma non essere triste, ci sono io con te>> tutto mi sempbra più bello. Lui è la migliore medicina. Grazie e a presto.