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Se non si fosse capito |
Quando ne sento il profumo inebriante non chiedo niente dipiù che perdermi nel suo effluvio, tuttalpiù sogno di poterlo assaggiare ascaglie sopra una pietanza che lo esalti ma, mai, mi sono domandata quale fosse la biologia o la sua strategia riproduttiva. Il tartufo lo ami o lo odi ma,non puoi rimanerne indifferente.
Ero già stata all’Esposizione del Tartufo di Alba anni fa, ene ero rimasta incantata, quella fragranza inconfondibile ad ogni angolo distrada che dà alla testa e poi tutti gli altri prodotti di eccellenza del Piemonte cheti riempiono gli occhi ancora prima della pancia. Ma un’esperienza a tuttotondo nel mondo del tartufo ancora non l’avevo fatta. Con Mauro Carbonedell’Ente del turismo Alba Bra Langhe Roero e Sabrina Fattorini con l’MTCabbiamo scoperto cosa è il tartufo, il suo ciclo biologico, la gestione delletartufaie e ancora, come riconoscere un tartufo di qualità da uno meno buonoattraverso l’analisi sensoriale come ci ha insegnato Paolo Stacchini, e ancora come sipulisce e si conserva un tartufo e i suoi usi in cucina.
Il tartufo è il suo territorio che, nel caso del tartufobianco di Alba, è davvero circoscritto. La produzione di tartufi presenta unagrande variabilità nel tempo e nello spazio e dipende da una serie di fattoriquali, il suolo, la temperatura e le precipitazioni. Con il tartufo bianco nonsi è mai certi di nulla, niente può far prevedere come sarà l’annatasuccessiva. Ma andiamo con ordine:
Durante il convegno Tartufo: gestione di un patrimonio aPalazzo Mazzetti a Asti ci è stato spiegato anzitutto cosa è il tartufo, ovvero il corpo fruttifero di funghi ipogei simbionti,appartenenti al genere Tuber. La simbiosi avviene con piante specifiche, arboreeo arbustive quali il carpino, il cerro, il faggio, la farnia il leccio, ilpioppo, la roverella, il salice e il tiglio ma intendiamoci, non è che secoltiviamo in giardino una di queste piante avremo del tartufo, neanche con piantemicorrizzate. Il tartufo, soprattutto quelle bianco è un organismo complesso emolto esigente, non si accontenta ma pretende condizioni particolari.
Con la simbiosi la pianta che viene avvolta nelle radicidalle micorrize fungine, cede al fungo aminoacidi e carboidrati in cambio diacqua e sali minerali assorbiti dalle ife che possono allungarsi nel terreno.
Le specie di tartufo in commercio sono 9 secondo la legge,quelli più comuni sono il Tuber magnatum Pico o tartufo bianco di Alba, ilTuber melanosporum Vittad. o tartufo nero pregiato e il Tuber aestivum Vittad. otartufo scorzone.
Se del tartufo nero è stato studiato il genoma e si possonocreare delle tartufaie produttive, per il tartufo bianco la strada è ancoralunga ma aperta. Dallo studio del dna si è scoperto che per arrivare aproduzione, il tartufo ha bisogno di una parte femminile e una maschile e, ho scoperto, che èmolto più facile imbattersi in parti femminili che non in quelle maschili, mater sempre certa est pater numquam anche nel tartufo. Compagne di viaggio e di merende sono state:
Sabrina Fattorini – Architettando in cucina
· Marta Calugi– La cucina spontanea
· Bianca Berti – Tritabiscotti
· AnnaCalabrese – La cucina di Anisja
GaiaInnocenti – Profumo di mamma
· VittoriaTraversa – La cucina piccolina
3 commenti
Very energetic article, I loved that a lot. Will there be a part 2?
Quante cose abbiamo imparato ad Asti ed Alba, me ne rendo conto solo adesso leggendo i nostri post. Perché per capire, un prodotto, bisogna conoscere anche com'è fatto, da dove viene, la sua storia insomma. Poi si può gustare comprendendone le caratteristiche e nel caso del tartufo bianco d'Alba, lo abbiamo fatto più e più volte. Naturalmente per essere certe di aver ben compreso…
Merhaba.
Yeni keşif ettim.
Takipteyim.