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Le nostre nonne lo sapevano e basta. Per loro non era un gran scoperta era la quotidianità. Non buttare ma utilizzare tutto ciò che era possibile, era, tristemente, una necessità. Mia nonna, racconta sempre mio papà, metteva il pane sotto chiave perché doveva bastare per l’intera settimana e, se fosse finito nelle mani dei figli, lo avrebbero fatto fuori tutto in una volta. Mi chiedo quanti sacrifici e privazioni ha significato vivere quel periodo e quanto fosse difficile mettere in tavola il pasto per la famiglia.
In un contesto simile nulla andava sprecato e in momenti un po’ critici come questi dove racconti di ordinaria fame si sentono sempre più spesso e sempre più vicini, imparare di nuovo a fare di necessità virtù sembra quasi un dovere.
Personalmente butto via molto più di quanto vorrei ma, mi sono accorta che lo spreco è figlio anche dell’ignoranza, della mancata conoscenza cioè, dei modi di usare ciò che il consumismo ci ha insegnato, essere uno scarto. L’illuminazione mi è venuta al mercato del sabato, dopo aver comprato i porri ,la signora del banco mi chiese se doveva tagliare i gambi e, alla mia titubanza, rispose dicendo che i gambi sono buonissimi, che si buttano via ma si potrebbero utilizzare nelle frittate e per i risotti. L’idea mi piacque e mentre camminavo verso casa con i miei lunghissimi porri pensavo a come avrei fatto il risotto. Il risultato è stato più che soddisfacente e il modo è il più semplice che ci sia.
Gambi di porri (gli scarti verdi) 4/5
Riso 300
Scalogno 1
Burro una noce + mantecatura
Vino bianco per sfumare
Brodo di verdura o acqua
Sale
Pepe
Parmigiano grattugiato 50 g + 70 g per le cialde
Pulire i porri delle parte esterna che solitamente è a più rovinata. Tagliare gli scarti a rondelle e lavare bene in acqua fredda allargando un pochino le foglie per togliere tutta la terra presente. Rosolare in una casseruola lo scalogno nella noce di burro, aggiungere il riso e farlo tostare. Sfumare con il vino bianco. Aggiungere mano a mano il brodo fino a cottura. Salare e pepare e unire il parmigiano. Mescolare per bene per farlo sciogliere, spegnere il fuoco, aggiungere un pochino di burro, chiudere con il coperchio e lasciar mantecare per almeno 10 minuti. Nel frattempo in una padella antiaderente ben calda versare un pochino di parmigiano grattugiato e lasciare che si sciolga, quando si sarà leggermente dorato sollevare la cialda e arrotolarla a piacere e lasciarla raffreddare. Servire il riso con una cialda di parmigiano.
Con questa ricetta partecipo a 100% Gluten (fri)Day
9 commenti
E' proprio vero Annarita: siamo abituati a buttare via con facilità, senza riflettere troppo. O, per meglio dire, eravamo abituati!! Questo brutto periodo ci ha insegnato a risparmiare anche riciclando avanzi e quello che prima consideravamo scarto. Ed è giusto così…già c'è tanto spreco comunque.
Il tuo riso è senz'altro ottimo, a me piace molto il risotto con il porro e la prossima volta proverò a usare i gambi anche io.
Ciao!
Squisito!!!
Hai proprio ragione e forse perché i miei genitori c'erano all'epoca della guerra io sono stata cresciuta con questi racconti. Ma lo scarto dei porri lo buttavo pure perché non sapevo che si potessero riutilizzare. Poi, grazie a questa esperienza meravigliosa che è il blog, ho letto da qualche parte questa cosa e adesso li congelo sempre e li riutilizzo quando faccio il minestrone. Adesso proverò il risotto!!!
Brava! Anch'io evito per quanto possibile di buttare il cibo. Per diminuire gli sprechi, da quando sto in pensione faccio la spesa per il giorno o al massimo per il giorno dopo. In questo modo è difficile che butti qualcosa!
Anch'io cerco di buttare via il meno possibile e riciclare ma alla fine facendo cosi spesso consumo più di prima perché vado ad aggiungere altri ingredienti agli "scarti"..
Buonissimo il tuo risotto,mi sa che la prossima volta che avanzo del porro te lo copio! Un bacio
Ottima idea, sono una nonna oggi ma ho dovuto imparare presto questi trucchi cresciuta nel dopoguerra….ricordo che si usavano anche le croste di formaggio gratta dal nero e poi servivano per dare sapore alle minestre. Buona fine settimana.
Verissimo, siamo ignoranti, molto piú ignoranti delle nostre nonne. Mi ricordo che la mia guardava un po' ironica e un po' seccata i nostri sprechi. Non sono una che rimoiange i bei tempi andati perchè erano tempi di miseria, ma forse qualche cosa non dovevamo dimenticarla.
E questo piatto entra dritto nella mia raccolta di ricette. grazie e grazie per esserci al GFFD.
Odio gli sprechi e cerco di ridurli al minimo, da sempre…rientra proprio nel mio carattere….la tua è una ricetta ottima e di grande intelligenza 😉
un piatto con gli scarti di altissimo pregio! Grazie mille, ricetta squisita! Un caro saluto. Sonia