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Sarei stata sicuramente una cattiva insegnante. Non riesco adare brutti voti senza sentirmi un po’ in colpa. Se vedo cattiva volontà ecco,solo allora non ho rimorsi, ma, in ogni caso, finisco sempre per pensare chedietro a una cattiva perfomance ci siano delle attenuanti. Quando facevo ildottorato mi è capitato spesso di affiancare il professore negli esami e, quandobisognava decidere un voto, io venivo presa sempre da mille scrupoli : si vedeche ha studiato ma è timido, oppure, oggi non era proprio il suo giorno, insommanon riuscivo a dare brutti voti senza sentire il peso della colpa…figuriamocipoi bocciare.
Un giorno mentre ero al computer, intenta a scrivere la tesi di dottorato, mi chiama il professore chiedendomi di sostituirlo ad una sessione di laurea,così su due piedi, senza avere il tempo di pensare se volevo farlo oppure no, acome fossi vestita, se fossi pettinata o meno, sono dovuta letteralmente scappare,visto il ritardo già accumulato, in Aula Magna della Sapienza di Pisa. Lasessione era già cominciata, entro e sotto gli sguardi di tutti i professoripresenti, cammino per lungo la stanza e con fare calmo (in apparenza ) e decisogiro dietro all’enorme scrivania e dico al Presidente che ero in sostituzionedel professore. Con un cenno della testa mi indica la toga e il cappello daindossare. Non potevo crederci, lì, in mezzo a tutti i professori che qualcheanno prima avevano laureato me e in toga per giunta, unica donna e unica under60 a ascoltare e dare il voto a emozionatissimi studenti. Anche il quel caso lamia vicinanza emotiva al laureando più che al barone universitario mi fece propendere per l’aiutino.
Ultimamente quando mi capitato di far parte della squadradelle starbookers, ho scelto sempre ricette promosse ad occhi chiusi, mentrel’ultima torta che ho realizzato di Delia Smith, pur nella sua semplicità nonmi aveva convinta nella spiegazione. L’ho rimandata, anche se, ho pensato chequalche mancanza fosse dovuta a leggerezza e non a cattiva volontà. Ecco cirisiamo, ancora trovo scusanti a tutti. Ho provato con un’altra torta e un’altraautrice, non volevo altri scherzi e con Martha si va sempre sul sicuro.
Burro 115 g a piùquello per lo stampo
Farina 120 g
Lievito in polvere 1 cucchiaino e 1/4
Sale 3/4 di cucchiaino e un pizzico
Farina di semola 60 g
Uova 4, separate , più 1 bianco d’uovo
Mandorle affettate 90 g
Zucchero di canna chiaro 3 cucchiai
Zucchero 240 g
Pasta di mandorle 30 g
Estratto di vaniglia puro 1/2 cucchiaino
Latte intero 60 ml
Preriscaldare il forno a 180°C. Ungere con il burro uno stampo a cerniera da 22cm e mettere da parte.
Setacciare la farina, il lievito, e 3/4 di cucchiaino disale e metterli in una ciotola; Mescolare alla farina di semola e mettere daparte.
Frullare un albume con forza fino a che diventerà spumoso(non deve montare). Mettere 2 cucchiaini di bianco d’uovo in una ciotola e scartareresto. Unire le mandorle, lo zucchero di canna e un pizzico di sale. Mescolaree porre la miscela da parte.
Mettere il burro, lo zucchero semolato e la pasta dimandorle nella ciotola di un mixer. Miscelare ad una velocità medio-alta fino ache diventerà chiaro e spumoso, 3 o 4 minuti circa. Aggiungere i tuorli e lavaniglia; mescolare fino a che non saranno ben mescolati.
Ridurre la velocità e unire la miscela di farina, alternandolacon di latte. Continuare a mescolare fino a quando non abbia raggiunto una strutturaomogenea.
Frullare gli albumi fino a una consistenza spumosa poiaggiungere lo zucchero e continuare fino a che non montano (non importa chesiano a neve ferma).
Con una spatola e delicatamente mescolare gli albumi alcomposto e trasferire l’impasto nella teglia imburrata. Con la spatola lisciarela superficie.
Cuocere fino a quando la torta comincia a colorarsi, ma ilcentro è ancora traballante, 15 a 20 minuti circa.
Togliere la torta dal forno; distribuire la miscela dimandorle uniformemente sulla parte superiore.
Porre di nuovo la torta in forno e cuocere fino a quando lasuperficie non risulterà dorata (vale sempre la prova stecchino), circa 25minuti. (Controllare la torta da 10 a 15 minuti prima, se la superficie diventatroppo cotta, coprire con un foglio di carta stagnola, e continuare a cuocere).
Lasciare raffreddare completamente la torta su una gratella.La torta può essere conservata in un contenitore ermetico a temperaturaambiente fino a 4 giorni.
NOTE MIE
- La torta è buonissima anche dopo alcuni giorni, non perde dimorbidezza e di gusto.
- E’ una lavorazione tutto sommato semplice anche se ha deipassaggi delicati, ma sono tutti ben spiegati nei minimi dettagli.
- Martha dà consigli su come tagliare la torta utilizzando uncoltello seghettato e come fare a estrarla dalla teglia, facendo passare uncoltello sui bordi e poi allentando l’anello.
- Ho utilizzato il marzapane al posto della pasta di mandorlee mentre il primo ha aggiunta di albume d’uovo la seconda è fatta solo confarina di mandorle acqua e zucchero. Il risultato è stato soddisfacente lostesso.
GIUDIZIO
11 commenti
Io non so che tipo di insegnante sarei stata, ma so per certo che avrei voluto te in commissione di laurea, cara Anna Rita!!! 😀
La Marthona di Oltreoceano è sempre una garanzia, e questa tua torta lo conferma ancora una volta in pieno. Bravissima: 110 e lode a te per l'esecuzione, le osservazioni e la disamina… e un bacio accademico alla Martha, che ci regala sempre delle ricette affidabili!
Esattamente! Anche io sono una pessima insegnante e non riesco a dare brutti voti e a bocciare meno che mai… E non solo quando all'università ero ancora troppo vicina agli studenti, che ai professori, ma tuttora che la mia età è ben oltre quella dei miei studenti!
Peccato che non sia pure gluten free la torta, sarebbe stata perfetta per il mio contest! 😉
che bella!! brava annarita, esecuzione magistrale!
mamma mia, se penso che fra poco inizierà l'avventura universitaria di mia figlia, non posso che augurarle di trovare professori benevolenti come te :)))
Che bella e che delizia, da provare!!
anche io come te sarei stata una pessima prof suppongo ma sicuraemnte tu sei una cuoca bravissima questa torta è speciale!
buona serata
Alice
Confermo che Martha e la sua squadra lavorano benissimo: sia i libri che le riviste living, sono sempre una garanzia (anche se poi lei ne ha combinate un pò..)! E poi io adoro il semolino (una madelaine d'infanzia)
Hai fatto bene a lasciarti guidare dell'emozione: prima di andare da una parte della cattedra, siamo prima dietro ad un banco. Chi se lo ricorda, è un insegnante migliore e sa giudicare con più correttezza e attenzione. Io la penso così
Ciao
Isabel
che meravigliaaaa questa torta…ho giusto del semolino da smaltire! grande Annarita…io con i voti non saprei, alla fine non ho tentato la strada dell'insegnante anche se mi sarebbe piaciuto! faccio lezioni private di lingue straniere di tanto in tanto e dicono sia un po' severa ma ogni tanto ci vuole, o no?
Quello che ho letto mi convince ancora una volta…..parole, foto e ricetta, tu sei una garanzia e trovare attenuanti fa parte anche di me!!!! notte Annarita!
Davvero invitante, sarà perché amo le mandorle, oppure perché appena posso mi faccio il marzapane e poi lo mangio a pezzettini, di nascosto, finché mio marito lo cerca in frigo e non ne trova più 😉
Bello l'abbinamento col semolino, il tutto condito da emozioni personali uniche: io sicuramente all'università ti avrei voluta tra i miei professori 😉
Il "barone"…. ^_^
Adoro le torte di semolino e adoro le persone che, non solo non si danno per vinte, ma che cercano sempre spunti e perfezione. Che cercano di capire i meccanismi, per diventarne "padroni". Questa torta è tanto deliziosa quanto emblema di tanta ricercatezza. Chapeau!!
Chissà che esperienza per un dottorando mettersi la toga e trovarsi in una situazione così!!
Riguardo alla torta…dev'essere anche lei un'esperienza….magnifica!!! 🙂